La critica, anche molto forte, della scuola
tradizionale è ricorrente nelle pedagogie
del Novecento, in particolare nella
corrente dell’attivismo: si pensi ad autori come
Maria Montessori o Decroly. Nessuno di loro
tuttavia è giunto a mettere in discussione l’esistenza
stessa della scuola. Di descolarizzazione
parla invece, dando inizio ad un dibattito che
per molti versi è ancora aperto, Ivan Illich, uno
dei pensatori più radicali del Novecento.
Gli altri autori di cui ci occuperemo in questo
percorso condividono con Illich la critica della
scuola così com’è, ma senza giungere alle stesse
estreme conclusioni; cercano piuttosto di sperimentare
pratiche educative al di fuori della
scuola, nel campo dell’educazione degli adulti o
dello sviluppo di comunità, ma non mancano di
tentare la via della creazione di scuole alternative,
nelle quali mostrare la possibilità di un’educazione
creativa e non classista, o di lavorare
nella stessa
scuola pubblica per trasformarla
dall’interno.
L’esigenza che accomuna questi autori è quella
di ispirare la pratica a valori alternativi rispetto
a quelli dominanti nella società capitalistica e
borghese e di concepire l’educazione come via
per una profonda trasformazione sociale e politica.